terrorismo
Un passo avanti della giustizia penale internazionale contro l’ «istituzionalizzazione della tortura»: la CPI autorizza in appello l’indagine sui possibili crimini internazionali commessi in Afghanistan (e in Europa) durante la war on terror
Dopo un iter procedimentale complesso e assai dibattuto, il 5 marzo 2020 l’Appeals Chamber (AC) della Corte Penale Internazionale (CPI o Corte) ha autorizzato (Autorizzazione) la Procura diretta da Fatou Bensouda all’apertura di una indagine relativa alla situazione in Afghanistan e ai potenziali crimini di guerra e contro l’umanità commessi nell’ambito del conflitto armato che, nel paese stesso, e con implicazioni in diversi altri Stati, dal 2001 ha segnato l’inizio del decennio della war on terror.
DON’T ASK WHY: L’IMMIGRAZIONE NELL’ERA (CAOTICA) DI TRUMP
Quando il Presidente Trump ha emanato l’Executive Order n. 13769 sulla limitazione dei flussi migratori qualche commentatore ha immaginato si trattasse di una scelta poco meditata, da inquadrarsi nel caos politico dei primi giorni della nuova presidenza (v. Wallace-Well). Invece, l’Order che impedisce l’ingresso ai cittadini di sette paesi islamici per 90 giorni e blocca l’accoglienza dei rifugiati siriani a tempo indeterminato (mentre di 120 giorni è limite per i rifugiati in genere) esprime chiaramente la linea di fondo della politica immigratoria di Trump. Quest’ultima è peraltro confermata dall’emanazione, il 6 marzo scorso, di un nuovo Executive Order che prolunga la durata del primo immigration ban ed espunge l’Iraq dalla lista dei paesi i cui cittadini sono indesiderati, in ragione dell’asserito recente impegno iracheno nel contrastare l’immigrazione clandestina in uscita.
De la crise française du burkini et du droit (international) : comment s’en sortir* (vraiment) ?
Bérénice K. Schramm, Centre for Gender Studies, SOAS | CÉDIM, UQÀM « Nous étions sur la plage en famille avec mes enfants, comme tout le monde. Trois policiers se sont avancés vers nous et m’ont stipulé qu’un arrêté avait été émis par le maire de Cannes qui exigeait d’avoir une
Il mandato della missione di stabilizzazione in Mali: verso una convergenza tra peacekeeping e anti-terrorismo?
Mirko Sossai, Università degli studi Roma Tre In giornate funestate dagli attacchi terroristici ad Istanbul, Dacca e Baghdad, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato la missione di stabilizzazione in Mali (MINUSMA) sino al 30 giugno 2017, con l’obiettivo dichiarato di rafforzarla, per un verso facendo crescere il
Attentati di Parigi: la Francia deroga alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo
Emanuele Sommario, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa, Coordinatore d’unità dell’International Disaster Law Project L’invocazione della clausola di mutua assistenza contenuta nei Trattati UE (commentata su questo blog da Antonino Alì) non è stata l’unica reazione giuridica sul piano internazionale posta in essere dallo Stato francese in risposta agli attentati di Parigi.
L’attivazione della clausola UE di mutua assistenza a seguito degli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 in Francia
Antonino Alì, Università di Trento L’invocazione della clausola contenuta nell’art. 42, par. 7, TUE. Nel discorso del 16 novembre 2015 al Parlamento riunito in seduta comune il Presidente francese Hollande esordiva: «La France est en guerre. Les actes commis vendredi soir à Paris et près du Stade de France, sont
Alcuni pensieri su «Charlie Hebdo», la libertà d’espressione e le leggi liberticide
Luca Pasquet è dottorando in diritto internazionale presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra Come cambia il vento. Qualche mese fa, paesi come il Regno Unito e l’Italia discutevano se criminalizzare l’istigazione all’omofobia e alla transfobia. Oggi, dopo l’attentato al settimanale umoristico Charlie Hebdo, la parola
Considerazioni sull’intervento militare statunitense contro l’Isis
Paolo Picone è Professore Emerito di Diritto internazionale presso l’Università La Sapienza di Roma 1. A pochi giorni dall’inizio dell’intervento militare unilaterale degli Stati Uniti volto a fermare l’avanzata dell’Isis (lo Stato islamico di Iraq e Levante), cominciano a manifestarsi, per ora flebilmente (ma, come nel caso del Papa, assai