immigrazione
La “minaccia” italiana di “bloccare” gli sbarchi di migranti e il diritto internazionale
Nessuna decisione di “bloccare” l’accesso a porti italiani da parte di imbarcazioni cariche di migranti e dirette in tali porti è stata sinora presa dal Governo italiano. Secondo quanto si apprende dalla stampa, è, però, proprio una simile prospettiva che il rappresentante italiano presso l’Unione europea avrebbe fatto balenare al Commissario europeo competente, Dimitri Avramopoulos, in considerazione del consistente numero di sbarchi susseguitisi negli ultimi giorni, il cui impatto critico sul nostro sistema di accoglienza è stato sottolineato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella e dal Presidente del Consiglio Gentiloni.
DON’T ASK WHY: L’IMMIGRAZIONE NELL’ERA (CAOTICA) DI TRUMP
Quando il Presidente Trump ha emanato l’Executive Order n. 13769 sulla limitazione dei flussi migratori qualche commentatore ha immaginato si trattasse di una scelta poco meditata, da inquadrarsi nel caos politico dei primi giorni della nuova presidenza (v. Wallace-Well). Invece, l’Order che impedisce l’ingresso ai cittadini di sette paesi islamici per 90 giorni e blocca l’accoglienza dei rifugiati siriani a tempo indeterminato (mentre di 120 giorni è limite per i rifugiati in genere) esprime chiaramente la linea di fondo della politica immigratoria di Trump. Quest’ultima è peraltro confermata dall’emanazione, il 6 marzo scorso, di un nuovo Executive Order che prolunga la durata del primo immigration ban ed espunge l’Iraq dalla lista dei paesi i cui cittadini sono indesiderati, in ragione dell’asserito recente impegno iracheno nel contrastare l’immigrazione clandestina in uscita.
Prime riflessioni sulle proposte di riforma del sistema europeo comune d’asilo in materia di qualifiche, procedure e accoglienza
Giandonato Caggiano, Università Roma Tre 1. Di recente le politiche di asilo e integrazione sono messe in discussione, a seguito di fatti di cronaca nera o di terrorismo attribuiti a richiedenti-asilo, rifugiati o cittadini europei di seconda generazione. La crisi dei flussi migratori sulla rotta balcanica (2015-16) ha peraltro evidenziato
Schengen o non Schengen?
Flavia Zorzi Giustiniani, Università Telematica Internazionale Uninettuno
Nei primi commenti a caldo dopo gli attentati terroristici di Bruxelles si è ripresentato, immancabile, lo spettro della fine di Schengen. Tale spettro è stato invocato più volte, nei mesi scorsi, a seguito delle richieste di sospensione temporanea avanzate da vari Paesi membri. La posta in gioco è altissima se soltanto si considerano le conseguenze di un tale scenario. Riattivare il vecchio sistema dei controlli alla frontiera comporterebbe infatti costi ingenti sia per l’Unione che per i suoi membri.
La sentenza Celaj della Corte di Lussemburgo e la detenzione degli stranieri irregolari: un passo indietro?
Daniela Vitiello, Università degli Studi Roma Tre La sentenza della Corte di giustizia UE nel caso Skerdjan Celaj (1° ottobre 2015, in causa C-290/14) completa il quadro delle pronunce rese in via pregiudiziale dai giudici di Lussemburgo in relazione alla questione dei limiti imposti dal diritto dell’Unione al ricorso alla
Le « système Lampedusa » incriminé par la Cour européenne des droits de l’homme
Luca d’Ambrosio, Collège de France L’image du corps d’un enfant syrien échoué sur une plage turque a provoqué une onde de choc en Europe. À l’origine de ce choc, la réduction sacrilège de corps humains à la « vie nue ». À de simples corps transportables, traçables, jetables. Et pourtant, une fois
L’Agenda europea sulla migrazione: la macchina ora (forse?) funziona, ma ne occorre comunque un’altra
Francesco Cherubini, LUISS In una celebre scena del film Palombella rossa, il protagonista Michele, interpretato da Nanni Moretti (che di quella pellicola era anche regista), ricorda ad una malcapitata intervistatrice, con una certa “intensità”, l’importanza delle parole. Chissà come avrebbe reagito, il Nostro, di fronte all’uso improprio del termine emergenza
L’esercizio dell’azione penale nei confronti dei trafficanti di migranti: le responsabilità dell’Italia… e quelle degli altri
Alessandra Annoni, Università Magna Graecia di Catanzaro Stando a quanto affermato dal Presidente del Consiglio dei ministri nelle sue Comunicazioni al Senato alla vigilia del Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso, le autorità italiane avrebbero ad oggi arrestato più di mille persone implicate nel traffico di migranti attraverso il
Tratta degli esseri umani, uso della forza internazionale e prevenzione dei naufragi ( … dello stato di diritto)
Gabriella Carella, Università di Bari Le notizie dell’ennesimo naufragio (sul quale si vedano anche gli interventi di F. De Vittor e C. Favilli, in questo Blog), causa della morte di centinaia di persone che cercano di raggiungere le nostre coste partendo dalla Libia, hanno suscitato un profondo e generalizzato cordoglio, ma,
Le responsabilità dei Governi degli Stati membri nella difficile costruzione di un’autentica politica dell’Unione europea di immigrazione e di asilo
Chiara Favilli, Università degli Studi di Firenze La reazione a situazioni di “emergenza” può essere qualificata come il filo rosso della politica migratoria italiana. Lo è stato nel 1989, quando con un decreto legge è stata approvata la c.d. legge Martelli, lo è stato negli anni ’90 con l’“emergenza Balcani”