covid-19
IL DIFFICILE BILANCIAMENTO TRA PROPRIETÀ INTELLETTUALE E DIRITTI UMANI NEI VACCINI: LA COVAX FACILITY È UNA SOLUZIONE?
Chiara de Pascale (Università degli Studi di Milano) 1. Introduzione Il 5 maggio 2021 Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha rilasciato una dichiarazione avanzando l’idea di sospendere temporaneamente i diritti sui brevetti dei vaccini anti COVID-19. Il Direttore Generale dell’OMS Tedros Ghebreyesus ha dichiarato che le affermazioni di Biden
Vaccine trade wars and composite procedures: gibt es noch Richter in Berlin?
On 4 March 2021, Italy decided to block a shipment of the Oxford/AstraZeneca Covid-19 vaccine that was destined for Australia. This remarkable move, notably made in response to AstraZeneca’s delay in providing the agreed doses of vaccines by the set deadlines, is the first of its kind since the Union introduced rules concerning the possibilities to limit exports of vaccines outside of the EU. Under the EU’s export scheme currently in place, companies are required to receive an explicit export authorization from national authorities where their Covid-19 jabs are produced before exporting them out of the EU. In turn, before adopting a decision on the matter, national authorities are obliged to send the draft measure to the European Commission, which may overturn the authorities’ decision.
L’efficacia del Joint Procurement Agreement dell’UE nell’emergenza COVID 19 e la sua compatibilità con il diritto OMC
A partire dallo scoppio dell’emergenza COVID 19, la Commissione europea ha posto in campo una serie di iniziative di supporto agli Stati per acquisire l’ammontare necessario di farmaci e dispositivi di protezione a prezzi accessibili, non rinunciando al controllo sulla qualità e sulla sicurezza di tali prodotti. In questa prospettiva, la Commissione sta facendo sempre più di frequente ricorso alle procedure di appalto congiunto, in particolare a quelle previste dall’Accordo di aggiudicazione congiunta per le contromisure mediche (Joint Procurement Agreement to procure medical countermeasures/JPA), approvato con Decisione della Commissione del 2014, dalla «riserva RescEU» (F. Casolari, 2020; G. Bartolini, 2020) e dallo «strumento per il sostegno di emergenza» (Regolamento del Consiglio 2016/369; Regolamento del Consiglio 2020/521).
Hafeez v the United Kingdom: a new chapter in the fight between the UK and the European Court of Human Rights over life imprisonment without parole and extradition
On 24 March 2020, the First Section of the European Court of Human Rights (ECtHR) gave formal notice to the Government of the United Kingdom of the application filed on behalf of Mr Muhammed Asif Hafeez in connection with his extradition to the United States, where he is indicted for charges of conspiracy to import heroin, methamphetamines and hashish, and aiding and abetting the manufacturing/distribution of heroin. (…) This post looks at the way in which the matter has been dealt with in the decision of the UK High Court of 31 January 2020, and advances some considerations on the main points of the dispute before the European Court of Human Rights in light of existing case law on article 3 and extradition.
La Cina è immune al COVID-19? Riflessioni sulle cause di risarcimento contro la Cina per i danni causati dalla pandemia negli Stati Uniti
Dall’inizio della pandemia da COVID-19, negli Stati Uniti sono stati presentati almeno sette ricorsi contro la Cina, finalizzati ad ottenere il risarcimento dei danni subiti come conseguenza della diffusione dell’epidemia.
Ai fini della presente analisi queste cause possono essere divise in tre gruppi.
Alcune questioni dell’emergenza COVID-19 in Italia in un’ottica di International Disaster Law (Parte II)
Oltre alle questioni affrontate nel precedente contributo (v. qui) relative agli obblighi di prevenzione/preparazione alle pandemie e all’eventuale obbligo di assistenza per l’Italia, l’emergenza COVID-19 ha altresì attirato l’interesse dell’opinione pubblica e della stampa italiana rispetto a due ulteriori questioni, relative all’impiego di medici stranieri nell’emergenza e alle polemiche connesse all’invio di personale militare di soccorso da parte della Russia, che presentano anche dei rilievi giuridici, qui di seguito affrontati.
Alcune questioni dell’emergenza COVID-19 in Italia in un’ottica di International Disaster Law (Parte I)
La crisi innescata dal COVID-19 ha confermato come i disastri (sul soddisfacimento dei criteri utilizzati nelle definizioni giuridiche di disastro relativamente a questo contesto vedi qui e, in generale, qui) rappresentano una delle principali problematiche per la Comunità internazionale, sollevando molteplici interrogativi anche di tipo giuridico. Alcuni aspetti, specificatamente connessi al contesto italiano, possono essere qui discussi, secondo un’agenda eterogenea connessa alle questioni che hanno maggiormente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa. In questo primo post ci soffermeremo: (a) sulle misure di preparazione e prevenzione che potevano attendersi rispetto alla pandemia; (b) e sul presunto dovere di assistenza verso l’Italia. Successivamente l’attenzione verterà (c) sull’impiego di medici stranieri nell’emergenza e (d) sulle polemiche connesse all’invio di personale militare di soccorso da parte della Russia.
Rispetto a queste problematiche inerenti all’Italia si possono offrire alcuni spunti di riflessione anche alla luce degli strumenti connessi al cd. International Disaster Law (d’ora in avanti IDL; su questo ambito di ricerca vedi, ad esempio, qui e De Guttry, Gestri e Venturini), specie in considerazione della stretta interrelazione che questo settore richiede fra input internazionali ed europei e misure da adottarsi a livello nazionale di vario tipo (istituzionali, normative ed operative), per prevenire, mitigare e rispondere a situazioni di disastro.
La Cina deve risarcire i danni transnazionali da Covid-19? Orizzonti ad oriente
La pandemia causata dal Covid-19 ha creato danni incalcolabili alla vita ed all’economia di molti Paesi nel mondo. Gli Stati Uniti tornano ciclicamente ad accusare unilateralmente la Cina di essere all’origine del virus e responsabile della sua diffusione. E la reazione di altri Governi e di altrettanti giuristi appare, in questo momento, di grande interesse per gli internazionalisti giacché in tale dibattito emergono, in mezzo alle proposte più stravaganti, diversi profili interessanti. Nei giorni scorsi di quarantena, col Prof. Carrascosa Gonzalez (v. il suo blog Accursio) abbiamo dialogato su questo tema, sicché sono lieto di offrire ai lettori del blog SIDI alcune note e pensieri del mio taccuino. Desidero articolarli secondo due orizzonti di riflessione strettamente collegati giacché toccano, sia dei profili di diritto internazionale “pubblico” (I), che di diritto internazionale privato e processuale (d.i.pr.) (II).
L’App italiana di contact tracing alla prova del GDPR: dall’habeas data al ratchet effect il passo è breve?
[N]on tutto ciò che è tecnologicamente possibile è anche socialmente desiderabile, eticamente accettabile e giuridicamente legittimo» (Rodotà, 2004). Le parole dell’allora Garante italiano per la protezione dei dati personali Stefano Rodotà risultano particolarmente calzanti rispetto all’istituzione in Italia, per mezzo del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28, di una piattaforma unica nazionale per la gestione di un sistema di allerta COVID-19 per tutti coloro che installeranno l’app ‘Immuni’ (Ordinanza n.10/2020 del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19).
Alcune osservazioni sulle app di tracciamento dei contatti e dei contagi alla luce del diritto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio
Già da qualche tempo i c.d. big data e l’intelligenza artificiale sono utilizzati per migliorare la qualità dei servizi nel settore pubblico e privato. Per quanto concerne il primo, essi, difatti, possono essere favorevolmente sfruttati da Stati e organizzazioni internazionali per programmare e valutare attività e interventi, e rappresentare un importante strumento di governance: e il settore sanitario è da sempre, in questo senso, uno dei più coinvolti (si veda, ad esempio, il caso del progetto Global Pulse delle Nazioni Unite).
Neppure il tracciamento delle epidemie umane mediante tali strumenti è una novità: applicazioni per seguire il movimento dei contagi sono state efficacemente utilizzate in occasione delle pandemie influenzali e, ancora di più, nel caso di Ebola. Sotto il profilo della sperimentazione, poi, nel Regno Unito, nel 2018, la BBC4 aveva lanciato, assieme ad alcune Università, un programma che provava a tracciare il modo in cui si sarebbe potuto muovere un virus “simulato” mediante una app (“Pandemic”) installata sugli smartphone di gruppi di volontari. Ne fu tratto anche un documentario, ora disponibile online, intitolato “Contagion”.