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Note a margine dell’operazione “Guardiano delle mura”, parte II. La costruzione contra legem delle strutture civili di Gaza come obiettivi militari e il discrimine tra attacchi sproporzionati e attacchi indiscriminati nel diritto internazionale umanitario e penale
Luigi Daniele, Senior Lecturer, Nottingham Law School (NTU) Triestino Mariniello, Reader, School of Law (Liverpool John Moores University), membro del legal team di rappresentanza delle vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale Come si è anticipato nella prima parte di questa riflessione, il diritto internazionale umanitario detta i parametri
Note a margine dell’operazione “Guardiano delle mura”, parte I. Le ombre del dibattito italiano su Gaza e Sheikh Jarrah, alla luce del diritto internazionale.
Ciò che ci preoccupa come studiosi del diritto internazionale, e che ci spinge a intervenire, sono le posizioni recentemente assunte dalle forze politiche e dalle istituzioni del nostro paese in merito ad alcune questioni cruciali del contesto israelo-palestinese.
Più precisamente, ci preoccupano gli ordini del discorso del dibattito pubblico e le posizioni non assunte in Italia e dall’Italia a proposito:
1) del diseguale impatto delle ostilità sulle due popolazioni civili vittima dell’escalation, una delle quali vessata da una delle più gravi crisi umanitarie del mondo;
2) del correlato quadro di contesto di illeciti internazionali che precedono le ostilità e permangono inalterati a seguito della momentanea cessazione delle stesse;
3) dei possibili profili di rilevanza penale internazionale dei metodi di conduzione delle ostilità, che aggiungono agli illeciti statali responsabilità individuali e da comando che la comunità internazionale ha il dovere di perseguire.
“Diritti fantastici e dove trovarli”. La crisi di Ceuta e l’insostenibilità delle politiche migratorie europee
Anna Fazzini (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) 1. Introduzione Ci perdonerà J.K. Rowling se prendiamo in prestito il titolo del celebre testo di magia di sua inventiva, “Animali fantastici e dove trovarli”, per descrivere lo stato dei diritti alle frontiere europee, sempre più labile, sacrificabile di fronte agli interessi
Quando la prevenzione dell’immigrazione si arresta: l’incerta natura e la debole tenuta degli impegni tra Marocco e Unione europea
Dal 18 al 20 maggio 2021, circa 8.000 persone, tra cui più di un quarto minori di età, hanno attraversato la frontiera iberico-marocchina di Ceuta, una delle due enclaves spagnole nel continente africano (per una rassegna stampa v. qui, qui e qui). Questi numeri – lungi dall’essere solo numeri – sono rivelatori della grande impasse giuridica che riguarda il funzionamento delle zone di frontiera tra Unione europea e Paesi terzi.
Nell’ambito della cooperazione a fini di controllo delle migrazioni, è evidente lo scollamento tra il discorso ufficiale delle Istituzioni e dei Governi europei e la realtà geopolitica delle relazioni internazionali con i Paesi terzi. Lo spazio del diritto, e con esso gli spazi di tutela delle persone migranti nelle zone di confine, è apertamente sacrificato in nome dell’efficacia delle misure di contrasto all’immigrazione irregolare; come domandano Jean-Yves Carlier e François Crépeau, «la gestion des migrations ne laisse-t-elle pas ouvertes des zones trop larges de non-droit?» (p. 462).