
“La disabilità è negli occhi di chi guarda” (e resta a guardare): lo iato tra previsioni normative e attuazione concreta in tema di educazione inclusiva nella prospettiva della Corte europea. Considerazioni a margine del caso G.L. c. Italia
A ridosso dell’inizio di un nuovo, atteso e particolarmente problematico anno scolastico, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha rivolto all’Italia un severo monito su una questione tanto urgente quanto sistematicamente irrisolta, relativa all’esigenza di garantire, in modo concreto ed effettivo, una educazione realmente inclusiva, qualificata e continuativa agli studenti in situazione di disabilità. Con una sentenza adottata il 10 settembre 2020, nel caso G. L. c. Italia, i giudici della Corte europea hanno infatti accertato, all’unanimità, la violazione, da parte dello Stato italiano, dell’art. 14 della Convenzione europea, che vieta ogni forma di trattamento discriminatorio, in combinato disposto con l’art. 2 del Protocollo 1, che assicura a sua volta il diritto all’istruzione

L’oro conteso del Venezuela: riconoscimento di governo, controllo effettivo e pandemia
Chi è il presidente della Banca centrale venezuelana (BCV) e chi compone il suo direttivo? Dipende. Avendo Maduro e Guaidó nominato entrambi un direttivo della BCV, per rispondere a questa domanda occorrerebbe prima determinare chi, tra i due contendenti, sia il Presidente del Venezuela. E di nuovo, la risposta sarebbe che ciò dipende dal criterio che si decide di adottare. Del resto, da quando Guaidó si è autoproclamato Presidente della Repubblica ad interim (si veda Pertile su SIDIBlog), il Paese appare come una creatura bicefala in cui coesistono due versioni delle maggiori istituzioni pubbliche: due presidenti, due governi, due presidenti dell’Assemblea Nazionale e, appunto, due direttivi della Banca Centrale.
La Cina allo scoppio dell’epidemia. Riflessioni sul rispetto degli obblighi internazionali di notifica e di due diligence in materia sanitaria
Nell’epoca globalizzata e connessa in cui viviamo sembra molto difficile mantenere segreti; soprattutto, quando il segreto in questione riguarda il diffondersi di una malattia «simile alla SARS», con un tasso di diffusione rapidissimo, causata da un virus mai osservato al microscopio. Eppure, ci sono fondati motivi per ritenere che le autorità cinesi abbiano taciuto per alcune settimane l’emergere e il diffondersi del virus successivamente denominato SARS-CoV-2, settimane importanti per evitare il diffondersi di quest’ultimo, dentro e fuori i confini cinesi. Ci sono anche fondati motivi per ritenere che le autorità cinesi non abbiano fatto tutto quanto ragionevolmente possibile per arginare la diffusione del virus.

Blocking the “Cyprus route”: notes on the AFMB case and on further prospects for the regulation of labour intermediaries
On July 16th, the Court of Justice of the EU (hereafter, the Court) issued a ruling that has the potential to revolutionise labour law in Europe and beyond. As sensationalist as this might sound, it is clear that the ruling in the case AFMB contains elements that, if extrapolated from the context of the dispute in question, could be of help to give grounds for a re-regulation of the de-regulated and often opaque sphere that currently is provision of labour.

Hafeez v the United Kingdom: a new chapter in the fight between the UK and the European Court of Human Rights over life imprisonment without parole and extradition
On 24 March 2020, the First Section of the European Court of Human Rights (ECtHR) gave formal notice to the Government of the United Kingdom of the application filed on behalf of Mr Muhammed Asif Hafeez in connection with his extradition to the United States, where he is indicted for charges of conspiracy to import heroin, methamphetamines and hashish, and aiding and abetting the manufacturing/distribution of heroin. (…) This post looks at the way in which the matter has been dealt with in the decision of the UK High Court of 31 January 2020, and advances some considerations on the main points of the dispute before the European Court of Human Rights in light of existing case law on article 3 and extradition.
Quale strategia nell’utilizzo della procedura di infrazione a tutela dello Stato di diritto in Ungheria? Prime riflessioni sulla sentenza della Corte di giustizia sulla c.d. “Lex NGO” (C-78/18)
Con la recente sentenza nella causa Commissione c. Ungheria (C-78/18), la Corte di giustizia ha accolto il ricorso per inadempimento presentato dalla Commissione europea contro la legge ungherese (LXXVI del 2017) «sulla trasparenza delle organizzazioni che ricevono sostegno dall’estero». Fulcro dell’intervento legislativo era l’obbligo di registrazione e pubblicazione imposto a tutte le organizzazioni della società civile che beneficiassero di «un apporto di denaro o di altri attivi patrimoniali proveniente direttamente o indirettamente dall’estero» superiore ad una certa soglia annuale (pari a circa 20.800 euro). Tale previsione risultava problematica già in sé, creando un significativo ostacolo alle organizzazioni della società civile per lo svolgimento delle loro funzioni, ma ancor più nel contesto delle ormai note riforme adottate dal governo ungherese di Viktor Orbán negli ultimi anni e volte all’annichilimento di ogni struttura ad argine del potere politico dell’esecutivo; un contesto in cui, tra l’altro, si inseriscono anche le recenti riforme adottate dal governo di Budapest per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 (v. Benvenuti su questo blog).
La Cina è immune al COVID-19? Riflessioni sulle cause di risarcimento contro la Cina per i danni causati dalla pandemia negli Stati Uniti
Dall’inizio della pandemia da COVID-19, negli Stati Uniti sono stati presentati almeno sette ricorsi contro la Cina, finalizzati ad ottenere il risarcimento dei danni subiti come conseguenza della diffusione dell’epidemia.
Ai fini della presente analisi queste cause possono essere divise in tre gruppi.
Prime osservazioni sull’accordo di delimitazione tra Grecia e Italia del 9 giugno 2020
Irini Papanicolopulu, Università di Milano-Bicocca Il 9 giugno 2020 il Ministro degli esteri dell’Italia, Luigi Di Maio, in visita ufficiale ad Atene, ha firmato un accordo con la Grecia per la delimitazione della zona economica esclusiva tra i due Stati nel mare Ionio. L’accordo, definito storico dai media greci (si veda

A “FORMALISTIC” APPROACH TO JURISDICTION IN THE EUROPEAN COURT OF HUMAN RIGHTS’ DECISION ON HUMANITARIAN VISAS: WAS ANOTHER INTERPRETATION POSSIBLE?
A long awaited decision of the European Court of Human Rights (ECtHR), one that will be discussed for long (see already here, here and here), has not disappointed all the European governments whose efforts are aimed to strengthen border controls on migrants, including asylum claimants. With the decision in the case of M.N. and Others v. Belgium (no. 3599/18), the ECtHR has adopted a self-restraint approach that creates an additional obstacle for those asylum claimants who would rely on international human rights law obligations as the only possible way of avoiding dangerous, sometimes deadly, journeys in order to submit an asylum application in Europe. The ECtHR concluded that States Parties to the European Convention on Human Rights (ECHR) do not have any obligation to issue humanitarian visas because the ECHR does not apply in the context of proceedings initiated by individuals through diplomatic representations of a State Party, with which such individuals have no connecting ties like nationality or which does not exercise any sort of physical control (more generally on Article 1 ECHR, see Besson and Milanovic). Whereas some readers may find it unsurprising, in light of recent case law (e.g. Grand Chamber, N.D. and N.T. v. Spain, nos. 8675/15 and 8697/15; and Ilias and Ahmed v. Hungary, no. 47287/15) as well as the CJEU’s findings on the same matter from a EU law perspective (X and X v. Belgium, C-638/16 PPU), other readers may qualify the ECtHR’s approach based on the lack of jurisdiction as ‘formalist’ or ‘ineffective’. This is particularly the case when the reasoning adopted by the ECtHR is compared with recent developments occurred not only within its case law but also with positions adopted by universal human rights bodies attempting to expand the applicability of human rights treaties, including via a ‘non-formalistic’ approach (Committee on the Elimination of Racial Discrimination, 12 December 2019, no. CERD/C/100/5, para. 3.44).
Alcune questioni dell’emergenza COVID-19 in Italia in un’ottica di International Disaster Law (Parte II)
Oltre alle questioni affrontate nel precedente contributo (v. qui) relative agli obblighi di prevenzione/preparazione alle pandemie e all’eventuale obbligo di assistenza per l’Italia, l’emergenza COVID-19 ha altresì attirato l’interesse dell’opinione pubblica e della stampa italiana rispetto a due ulteriori questioni, relative all’impiego di medici stranieri nell’emergenza e alle polemiche connesse all’invio di personale militare di soccorso da parte della Russia, che presentano anche dei rilievi giuridici, qui di seguito affrontati.